Secondo il nuovo rapporto presentato al Parlamento
europeo la "rete di intercettazioni" ha le ore contate


Echelon, da "grande fratello"
a banale spia commerciale



di IVO RICCARDO FORNI
 

ROMA - La rete di intercettazione globale Echelon non è più quel mitico "grande fratello" che spia indistintamente tutti i cittadini del pianeta. Nella sua versione 2000, Echelon è piuttosto una rete di spionaggio in difficoltà, che sopravvive passando informazioni commerciali alle grandi aziende americane e facendo pressioni politiche sui governi di tutto il mondo. Un sistema che cerca di recuperare terreno grazie alle nuove tecnologie di intercettazione per Internet e i cellulari. Queste le novità di "Interception Capabilities 2000", secondo rapporto Echelon, commissionato, come il primo rapporto Echelon, sempre dallo Stoa, lo "Scientific and Technical Option Assessment office" del Parlamento europeo, ma affidato questa volta al giornalista investigativo inglese Duncan Campbell.

"Interception Capabilities 2000" affronta lo stesso tema dal rapporto Stoa del 1998, la "rete di intercettazione globale". Ma, diversamente dalle tesi un po' ingenue, ideologiche e apocalittiche sostenute dal gruppo Omega, autore del primo Echelon, l'approccio di Duncan Campbell è più politico e commerciale. Innanzi tutto c'è una significativa correzione: "Non sono ancora disponibili strumenti automatici di riconoscimento di una specifica parola nell'ambito di una telefonata", scrive Duncan Campbell. Non è mai esistito quindi quel software di analisi così sofisticato da intercettare e analizzare parola per parola le telefonate, come sosteneva il primo rapporto Stoa. Al massimo, "esistono dei software sperimentali che provano a riconoscere una voce piuttosto che un'altra" nel mare di telefonate internazionali che passano sui satelliti intercettati dalla rete Echelon.

Anche l'attività di spionaggio indiscriminata e senza controllo descritta dal gruppo Omega viene ridimensionata da Campbell: Echelon ha dovuto ridurre il volume di intercettazioni per via delle leggi sulla privacy di molti paesi, e ha dovuto cancellare dalle trascrizioni "i nomi dei cittadini e delle aziende inglesi e americane". Campbell scrive poi che la principale vittima di Echelon, negli ultimi anni, è stata l'Europa: singoli cittadini ma anche politici, diplomatici, e soprattutto grandi aziende. Il tutto per favorire le "companies" americane nei grandi accordi commerciali internazionali.

Secondo Campbell, grazie alle intercettazioni di Echelon, il dipartimento del Commercio Usa ha passato molte informazioni alle aziende americane, che così hanno potuto battere i concorrenti di oltreoceano. Nel 1995, ad esempio, "tutti i fax e le telefonate tra il consorzio europeo Airbus e le aerolinee saudite furono utilizzati per far vincere un bando di gara da sei miliardi di dollari alla Boeing e McDonnell Douglas". E ancora: nel 1994 sfumò un contratto tra la francese Thomson Csf e il governo brasiliano per la fornitura di un sistema di sorveglianza delle foreste amazzoniche. Il contratto venne vinto dalla Raytheon americana, che dichiarò ufficialmente che il dipartimento per il Commercio Usa aveva "lavorato sodo" per sostenere il loro progetto.

Ma Campbell sostiene anche che il futuro di Echelon è segnato: la crescita delle comunicazioni cellulari, dei pager, della rete Internet e delle tecniche di crittografia dei dati, l'utilizzo sempre più frequente di cavi in fibre ottiche e di cavi sottomarini hanno messo fuori gioco una parte consistente della rete di spionaggio. Se le comunicazioni internazionali negli anni Settanta potevano essere tranquillamente intercettate da due stazioni di terra "sintonizzate" su Intelsat, ora questa tecnologia non basta più.

Per questo Echelon sta correndo ai ripari. Con due diverse strategie: l'aggiornamento delle tecnologie utilizzate per l'attività di spionaggio e le forti pressioni su politici e legislatori affinché i nuovi mezzi di comunicazione vengano realizzati con tecnologie più "deboli", così da consentire più facilmente le intercettazioni. Nel primo caso l'aiuto viene da alcune aziende americane "amiche", che producono quanto serve per reggere il confronto con le nuove tecnologie. L'americana Ast, per esempio, produce per il "grande fratello" il Transponder per intercettare i nuovi satelliti, lo Snapper per analizzare le bande e registrare i dati e l'unità Acquisition Data per analizzarli. Strumenti in grado di gestire dati pari a "40 mila telefonate contemporanee".

Più pericolose e subdole, secondo Campbell, sono invece le pressioni del "grande fratello" su aziende, governi e istituzioni in tutto il mondo. Ne è un esempio il divieto di esportazione dei sistemi di crittografia forte deciso da una legge degli Stati Uniti, di cui hanno fatto le spese Netscape, Microsoft e Lotus, che hanno dovuto "indebolire" i propri prodotti destinati al mercato estero. Nella stessa ottica andrebbero lette anche le pressioni diplomatiche del Governo americano nei confronti dei paesi europei per un accordo mondiale in materia di intercettazioni, accordo che prevederebbe l'uso di tecnologie e standard di crittografia prodotti dagli Usa e controllati dai servizi segreti americani.

Secondo alcuni documenti ottenuti da Campbell grazie al "Freedom Information Act", diverse attività diplomatiche sarebbero riconducibili direttamente agli scopi di Echelon. Un caso per tutti: gli incontri nel 1996 in Gran Bretagna tra il delegato del governo Usa per le questioni sulla crittografia David Aaron e i servizi segreti inglesi, incontri dai quali furono esclusi i rappresentanti delle forze di polizia, di giustizia nonché gli ambasciatori.

E anche il gruppo di studio "Ilets" creato nel 1993 da americani, inglesi e paesi dell'Unione europea per elaborare un regolamento che doveva autorizzare le intercettazioni delle comunicazioni da parte delle forze di polizia internazionali, sarebbe servito per imporre agli europei le tecnologie di crittografia americane. Secondo David Herson, funzionario dell'Unione Europea per la sicurezza delle informazioni, tutto il lavoro del gruppo "Ilets" sarebbe "una cortina di fumo che serve a proteggere le attività dei servizi segreti stranieri".

Finora non si hanno notizie di reazioni da parte del Parlamento europeo sul nuovo rapporto Echelon. Ma già nel 1998, durante il dibattito che precedette la votazione "Risoluzione sulle relazioni transatlantiche e il sistema Echelon", il commissario europeo Bangemann avrebbe detto: "Se questo sistema esistesse davvero, sarebbe un attacco intollerabile alle libertà individuali e alla sicurezza degli Stati".

(26 giugno 1999)
 


La crisi del
"grande fratello"


Enfopol, l'erede
di Echelon


IN RETE
(in inglese)

Il rapporto Echelon

"Interception
Capabilities 2000"


La pagina di
Duncan Campbell


Il sito
Cryptome


StateWatch

Enfopol: i documenti
del Parlamento europeo

Prima risoluzione

Seconda risoluzione

DALL'ARCHIVIO
DI Repubblica.it

DOSSIER/ECHELON

Molto rumore
poche prove


Il documento
ufficiale


Ecco la rete
di spionaggio


Intercettazioni
e crittografia

Intervista
con Andrea Monti


Echelon, spie
e segreti

(Guida alla Rete
in italiano
e inglese)