ROMA - La rete di intercettazione globale Echelon
non è più quel mitico "grande fratello" che spia indistintamente
tutti i cittadini del pianeta. Nella sua versione 2000, Echelon è
piuttosto una rete di spionaggio in difficoltà, che sopravvive
passando informazioni commerciali alle grandi aziende americane e
facendo pressioni politiche sui governi di tutto il mondo. Un
sistema che cerca di recuperare terreno grazie alle nuove tecnologie
di intercettazione per Internet e i cellulari. Queste le novità di
"Interception Capabilities 2000", secondo rapporto Echelon,
commissionato, come il primo
rapporto Echelon, sempre dallo Stoa, lo "Scientific and
Technical Option Assessment office" del Parlamento europeo, ma
affidato questa volta al giornalista investigativo inglese Duncan
Campbell.
"Interception Capabilities 2000" affronta lo stesso
tema dal rapporto Stoa del 1998, la "rete di intercettazione
globale". Ma, diversamente dalle tesi un po' ingenue, ideologiche e
apocalittiche sostenute dal gruppo Omega, autore del primo Echelon,
l'approccio di Duncan Campbell è più politico e commerciale. Innanzi
tutto c'è una significativa correzione: "Non sono ancora disponibili
strumenti automatici di riconoscimento di una specifica parola
nell'ambito di una telefonata", scrive Duncan Campbell. Non è mai
esistito quindi quel software di analisi così sofisticato da
intercettare e analizzare parola per parola le telefonate, come
sosteneva il primo rapporto Stoa. Al massimo, "esistono dei software
sperimentali che provano a riconoscere una voce piuttosto che
un'altra" nel mare di telefonate internazionali che passano sui
satelliti intercettati dalla rete Echelon.
Anche l'attività
di spionaggio indiscriminata e senza controllo descritta dal gruppo
Omega viene ridimensionata da Campbell: Echelon ha dovuto ridurre il
volume di intercettazioni per via delle leggi sulla privacy di molti
paesi, e ha dovuto cancellare dalle trascrizioni "i nomi dei
cittadini e delle aziende inglesi e americane". Campbell scrive poi
che la principale vittima di Echelon, negli ultimi anni, è stata
l'Europa: singoli cittadini ma anche politici, diplomatici, e
soprattutto grandi aziende. Il tutto per favorire le "companies" americane nei grandi
accordi commerciali internazionali.
Secondo Campbell, grazie
alle intercettazioni di Echelon, il dipartimento del Commercio Usa
ha passato molte informazioni alle aziende americane, che così hanno
potuto battere i concorrenti di oltreoceano. Nel 1995, ad esempio,
"tutti i fax e le telefonate tra il consorzio europeo Airbus e le
aerolinee saudite furono utilizzati per far vincere un bando di gara
da sei miliardi di dollari alla Boeing e McDonnell Douglas". E
ancora: nel 1994 sfumò un contratto tra la francese Thomson Csf e il
governo brasiliano per la fornitura di un sistema di sorveglianza
delle foreste amazzoniche. Il contratto venne vinto dalla Raytheon
americana, che dichiarò ufficialmente che il dipartimento per il
Commercio Usa aveva "lavorato sodo" per sostenere il loro
progetto.
Ma Campbell sostiene anche che il futuro di Echelon
è segnato: la crescita delle comunicazioni cellulari, dei pager,
della rete Internet e delle tecniche di crittografia dei dati,
l'utilizzo sempre più frequente di cavi in fibre ottiche e di cavi
sottomarini hanno messo fuori gioco una parte consistente della rete
di spionaggio. Se le comunicazioni internazionali negli anni
Settanta potevano essere tranquillamente intercettate da due
stazioni di terra "sintonizzate" su Intelsat, ora questa tecnologia
non basta più.
Per questo Echelon sta correndo ai ripari. Con
due diverse strategie: l'aggiornamento delle tecnologie utilizzate
per l'attività di spionaggio e le forti pressioni su politici e
legislatori affinché i nuovi mezzi di comunicazione vengano
realizzati con tecnologie più "deboli", così da consentire più
facilmente le intercettazioni. Nel primo caso l'aiuto viene da
alcune aziende americane "amiche", che producono quanto serve per
reggere il confronto con le nuove tecnologie. L'americana Ast, per
esempio, produce per il "grande fratello" il Transponder per
intercettare i nuovi satelliti, lo Snapper per analizzare le bande e
registrare i dati e l'unità Acquisition Data per analizzarli.
Strumenti in grado di gestire dati pari a "40 mila telefonate
contemporanee".
Più pericolose e subdole, secondo Campbell, sono
invece le pressioni del "grande fratello" su aziende, governi e
istituzioni in tutto il mondo. Ne è un esempio il divieto di
esportazione dei sistemi di crittografia forte deciso da una legge
degli Stati Uniti, di cui hanno fatto le spese Netscape, Microsoft e
Lotus, che hanno dovuto "indebolire" i propri prodotti destinati al
mercato estero. Nella stessa ottica andrebbero lette anche le
pressioni diplomatiche del Governo americano nei confronti dei paesi
europei per un accordo mondiale in materia di intercettazioni,
accordo che prevederebbe l'uso di tecnologie e standard di
crittografia prodotti dagli Usa e controllati dai servizi segreti
americani.
Secondo alcuni documenti ottenuti da Campbell
grazie al "Freedom Information Act", diverse attività diplomatiche
sarebbero riconducibili direttamente agli scopi di Echelon. Un caso
per tutti: gli incontri nel 1996 in Gran Bretagna tra il delegato
del governo Usa per le questioni sulla crittografia David Aaron e i
servizi segreti inglesi, incontri dai quali furono esclusi i
rappresentanti delle forze di polizia, di giustizia nonché gli
ambasciatori.
E anche il gruppo di studio "Ilets" creato nel
1993 da americani, inglesi e paesi dell'Unione europea per elaborare
un regolamento che doveva autorizzare le intercettazioni delle
comunicazioni da parte delle forze di polizia internazionali,
sarebbe servito per imporre agli europei le tecnologie di
crittografia americane. Secondo David Herson, funzionario
dell'Unione Europea per la sicurezza delle informazioni, tutto il
lavoro del gruppo "Ilets" sarebbe "una cortina di fumo che serve a
proteggere le attività dei servizi segreti stranieri".
Finora
non si hanno notizie di reazioni da parte del Parlamento europeo sul
nuovo rapporto Echelon. Ma già nel 1998, durante il dibattito che
precedette la votazione "Risoluzione
sulle relazioni transatlantiche e il sistema Echelon", il
commissario europeo Bangemann avrebbe detto: "Se questo sistema
esistesse davvero, sarebbe un attacco intollerabile alle libertà
individuali e alla sicurezza degli Stati".
(26 giugno
1999) |
La
crisi del "grande fratello"
Enfopol,
l'erede di Echelon
IN RETE (in
inglese)
Il rapporto Echelon
"Interception Capabilities
2000"
La
pagina di Duncan Campbell
Il
sito Cryptome
StateWatch
Enfopol: i documenti del Parlamento
europeo
Prima
risoluzione
Seconda
risoluzione
DALL'ARCHIVIO DI
Repubblica.it
DOSSIER/ECHELON
Molto
rumore poche prove
Il
documento ufficiale
Ecco
la rete di spionaggio
Intercettazioni e
crittografia Intervista con Andrea
Monti
Echelon,
spie e segreti (Guida alla Rete in
italiano e inglese)
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